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E se si cambiasse vita?

27.04.2010

Quando Matteo sta in campagna dai miei genitori è un bambino più tranquillo e felice. E’ un dato di fatto che diventa sempre più evidente con il passare degli anni: ora che è un po’ più grande può stare fuori ad esplorare, e questa sua indipendenza gli regala serenità e sicurezza nell’affrontare situazioni nuove.
Ora due genitori entrambi impiegati in modo stabile e più o meno soddisfacente/redditizio cosa devono fare? Avere il coraggio di mollare tutto e cercare situazioni di vita più adatte al proprio carattere o continuare ad incaponirsi a vivere in 80 m2 nel centro di una città sempre più nemica?
Ovviamente la soluzione non è nè facile nè immediata, dovendo fare i conti con bollette e rette dell’asilo: eppure tante persone, anche non necessariamente ricchi latifondisti, ce l’hanno fatta.
Penso che il nodo della questione sia nella nostra percezione di cosa è una vita normale: per me è normale lavorare 8 ore al giorno, è normale ambire a fare carriera, è normale avere un lavoro che ti definisce come persona agli occhi della società. Per Tamir è normale avere un lavoro, qualsiasi esso sia, che ti permetta di pagare le bollette e che ti lasci tempo per stare con tuo figlio e coltivare le tue passioni.
E’ evidente che sono 2 mondi in totale scontro: ma sempre più sento di volermi avvicinare alla visione di Tamir, solo che non so bene ancora come fare.

When Matteo stays in the country with my parents he a is a far more comfortable and happy child. It is a fact that becomes increasingly evident with each passing year: now that he is a bit older, he can stay out exploring, and this independence gives him peace and security in dealing with new situations.
Now what do parents, both employed in a stable and more or less satisfactory/profitable job, can do? Have the courage to drop everything and try life situations more suitable to their character or continue to peg away to live in 80 m2 in the center of a city increasingly hostile?
Obviously the solution is neither easy nor instant, having to deal with bills and kindergarden fees, and yet many people, not necessarily rich landowners, made it.
I think the center of the matter is in our perception of what a normal life: for me it is normal to work 8 hours a day, it is normal to aspire to a career, it is normal to have a job that defines you as a person in the eyes of society. For Tamir is normal to have a job, whatever it is, that allows you to pay your bills and leave you time to spend with your child and cultivate your passions.
It is obvious that there are two worlds in collision, but I increasingly feel that I want to get closer to Tamir’s vision, I just do not know yet how to do it.

Mi sono stampata questa foto di Matteo come promemoria: chi segue un po’ il diario fotografico della nostra creatura sa che questo sguardo si ottiene solo ad Alagna…
I printed this photo of Matteo as a reminder: whoever follows our photo diary knows that this look is achieved only in Alagna …
In posa

Ed ecco altre foto a testimonianza della trasformazione di Matteo in ambienti amici.
And here’s more photos to witness Matteo’s transformation in friendly environments.
Inizia così...

Un po' di qua

Un po' di lÃ

E la doccia è fatta

Baffi

Limone nelle fragole...