Il brutto di questo trasloco

22.08.2014

È che non so con chi piangere.

A casa? Non posso: non voglio che Matteo mi veda preoccupata perché poi mi dice “dai mamma, stiamo andando in un posto dove non c’è la guerra, è una bella cosa”.

Mannaggia figlio mio, non ti potevo fare un po’ meno sensibile?

Non voglio che Tamir mi veda piangere perché se no ho paura che si senta cornuto e mazziato: “ecco, ma se sei triste e piangi perché ce ne dobbiamo andare?”. Anche se lo so che lui non è affatto così, ma le paturnie sono mie su questo blog e quindi faccio la vittima quanto mi pare.

Non voglio piangere di fronte alla famiglia di Tamir perché piangono già abbastanza loro non c’è bisogno che io infierisca.

Non posso piangere di fronte ai miei amici perché qui non ho mai visto nessuno piangere, solo ad un funerale di una ragazzo giovane, morto di tumore quando il suo bambino aveva 2 anni e quindi mi sentirei tremendamente in colpa.

Quindi aspetto la sera, che tutti vadano a dormire, mi ritiro in bagno e piango in silenzio. Poi mi faccio gli occhialini con l’acqua di rose per sgonfiare gli occhi e presentarmi fresca la mattina dopo a colazione.

E così si riparte…

17.08.2014

Dio, Allah, Jeovah, Buddha, Universo, Karma, mi rivolgo a te, chiunque tu sia. Anche se non credo che tu esista in questi momenti tutto fa.

Fai che i Cohen trovino un po’ di pace e di serenità.

Che la smettano di essere sempre insoddisfatti del posto e del momento in cui si trovano.

Che imparino a vedere il bello delle situazioni e che modellino la propria vita assorbendo tutti gli impulsi positivi che arrivano dall’esterno.

Che riescano a disfarsi di tutto ciò che hanno accumulato in quasi 4 anni e che abbraccino una volta per tutte l’arte del minimalismo.

Fai che il distacco da Israele sia gioioso e ottimista per tutti, per chi va e chi resta.

Aiutali ad atterrare serenamente nel Vecchio Continente e a far capire loro che Torino non è la peggiore delle soluzioni possibili, ma una città tranquilla in cui crescere il piccolo di casa senza sirene, rifugi e servizio militare obbligatorio. E poco importa se per andare al mare si devono fare 120km, vorrà dire che imparerà a sciare…

Chiunque tu sia aiuta soprattutto Matteo a superare questo nuovo cambiamento e i suoi genitori ad essere pazienti con lui e con loro stessi. Fai capire che devono accettare la vita per come viene, essere affettuosi e uniti.

Ma se puoi fare una cosa e una soltanto: facci ritrovare Dudù che senza di lui tutto è ancora più difficile.

Amen

Ps E se un lettore del blog avesse un Dudù d’avanzo, orsetto Ikea da 1 euro prodotto negli anni 2006-2008 che si faccia avanti, paghiamo bene!

dudu

 

Perché per ora laggiù non ci torniamo

13.07.2014

Io laggù per il momento non ci torno e non ci faccio tornare mio figlio.

Sia chiaro per gli israeliani e per la nostra zona ad oggi non c’è nessun reale pericolo: lo scudo antimissile intercetta moltissimi razzi e noi siamo in una zona non particolarmente interessante dal punto di vista strategico e anche abbastanza distante sia dai razzi di Gaza che da quelli che eventualmente potrebbero arrivare da Siria e Libano.

Ma io non voglio imparare le misure di sicurezza, non voglio che mentre ce ne stiamo sul divano a guardare Dragon Trainer dobbiamo uscire di casa di corsa o correre nei rifugi. Non è questa l’infanzia che voglio per mio figlio.

Per di più, se devo essere sincera, a me non frega nulla né degli uni né degli altri: o meglio mi interesso dei destini dell’umanità e detesto violenza e guerra. Ma dopo 20 anni in Medio Oriente l’idea che mi sono fatta delle popolazioni locali non è lusinghiera. Ai miei occhi di europea moderna nata ben dopo la Seconda Guerra Mondiale questi sembrano dei cocciuti ignoranti che preferiscono mandare i figli a morire che non trovare una soluzione diplomatica.

Come lo spiego a Matteo cosa succede oggi in Israele? A scuola gli dicono che i paesi intorno ci odiano e ci attaccano, ma non spiegano perché. Quando io gli dico che è perché Israele ha occupato dei territori che non le spettavano e ha cacciato la gente che ci viveva sopra mi dice che “allora è tutta colpa degli ebrei”. Allora Tamir ed io ci guardiamo sconsolati e risolviamo con il solito “no, amore, non è così, è una situazione complicata”.

E poi? Per quanto si farà bastare questa spiegazione?

Ma voi vi siete mai chiesti

07.07.2014

Come mai qualche decina di morti qui fa notizia ovunque, tutti pontificano, offrono soluzioni, governi mandano condoglianze, condannano le azioni violente e poi in Siria (che sta a 80km da casa mia) rapiscono 186 ragazzini e ci sono 3 articoli in croce in rete senza nessun follow-up?

Misteri della politica internazionale.

(Il primo che dice che è perché qui ci stanno gli interessa della lobby ebraico-americana-sionista riceve una barattolo di thina pieno di lassativo…)

Come ti manipolo i media

05.07.2014

All’inizio c’era una oggettiva difficoltà nella rappresentazione della realtà.

Maler der Grabkammer des Userhêt (II) 001

Poi si è scoperta la prospettiva e le cose sono andate un po’ meglio, ma comunque la pittura non è mai stata una fedele rappresentazione.

Quando è arrivata la fotografia la gente si è illusa che si potesse congelare l’attimo sul serio, ma Robert Capa ha mostrato, con grande maestria, come tutte le immagini possono essere manipolate.

© Magnum/Robert Capa - All rights reserved

© Magnum/Robert Capa – All rights reserved

Infine a rendere tutto più facile è arrivato Photoshop.

Photoshop 101: come si taglia una foto per manipolare l'opinione pubblica.

Photoshop 101: come si taglia una foto per manipolare l’opinione pubblica.

Cosa vedo nella foto originale (del 2005 e riproposta continuamente, mi auguro che il fotografo cucchi un sacco di soldi di royalties)?

Io ci vedo violenza e basta. Possiamo discutere giorni e giorni sul fatto che i soldati hanno armi e i manifestanti bastoni, così come possiamo discutere giorni sul fatto che i soldati sono accerchiati da un numero spropositato di manifestanti. Ma così come non mi frega nulla dell’uovo e della gallina, così qui mi interessa solo che la cosa venga risolta, nel migliore dei modi possibili per entrambi i popoli.

E se non bastasse arriva l’editing della stampa, che magari in un set di centinata di foto ne sceglie una e falsa completamente i fatti.

 

Quiz: A cosa sta rispondendo la polizia israeliana?

A questo:

 

E questo:

 

Non a questo:

 

E neanche a questo:

 

Prego notare che al vero funerale, intorno alla bara ci sono forse 1-2 uomini mascherati.

Quindi che si fa? Si legge, tanto. Anche testate che fanno ribrezzo per la cieca propaganda che portano avanti.

Poi si cerca di capire dove i media stanno strumentalizzando ed estetizzando la politica e si cerca di farsi un’opinione che può andare dall’estremismo, all’equidistanza (io tendo verso questa fino a che una delle due parti non mi convince di volere davvero la pace) all’indifferenza.

(Approfondimenti sulla scelta delle immagini da parte della stampa qui: http://www.ilpost.it/2014/06/19/afp-foto-morti-iraq-isis/)