Archivi autore: Francesca

Different stages of contributing to open source

25.05.2017

In the past two years I have contributed quite actively to WordPress.org, the open source project.

I started with translations and then got involved with the Community Team.

I am also one of the organisers of WordCamp Europe, where I am part of the Content team, wrangling about 40 speakers with a wonderful bunch of people (get your tickets today, we are gonna close sales on May 31st. It’s going to be amazing!).

From the conversations I had in the past 24 months, but mostly by observing my mood swings in the past few months of intense planning, with 3 weeks to go before a 3000 people event, I can safely say that this is the cycle of feelings that a lot of open source contributors go through:

Step one – Getting involved

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Step two – Hit the first roadblock

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Step three – Discussing the roadblock for months, because “hey, we are all volunteers, asynch, decisions are made by those who show up, time zones, hmm sorry I disagree, IMHO’s” and whatnot*

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Step four – Committing the patch, wrapping up the event, taking a decision, shipping the release

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Rinse and repeat.

My advice to myself when I feel #2 or #3?

Go make the web a better place by getting involved with WordPress and embrace this cycle as a possible side effect. It’s still worth it.

*These are all important steps of the conversation by the way! Without the volunteering, the involvement of people from all over the world, the 28% of the web wouldn’t happen, so be a sloth and then go back to that roadblock and solve it, dang it!

Go to gifs for murky moods

02.03.2017

I compiled a list of angry gifs that perfectly depict my inner thoughts when I am in a murky mood. I find giving the middle finger liberating, especially when done while dressed very elegantly.

You are welcome

via GIPHY – This happens when I get feedback that it’s not to the point, eg. “Make the logo pop”.

via GIPHY – Beyoncé has all the answers.

via GIPHY – This is a very difficult move to pull actually, she makes it seem very natural, but it’s not. Definitely try this at home.

via GIPHY – this happens every time floats don’t float and grids don’t align vertically

via GIPHY – All time favorite, this one works for everything!

Io ballo da sola

23.09.2016

A ottobre ho 15 giorni di trasferte, una faticaccia.

Ma una famiglia non ce l’hai?

A dicembre forse torno negli USA e pensavo di affittare una casa per un paio di settimane con un collega e goderci Philadelphia, che è una città bellissima.

Ma tuo marito cosa dice?

(questa è una perla di una amica, che ha i capelli corti e tinti grigio argento e un papà di una compagna della figlia davanti a scuola le chiede)

Sei grigia perché ti piace o perché sei allergica alla tinta? E a tuo marito piace?

Non ce la facciamo eh nel 2016 a capire che una donna ha una dignità propria e che nella vita può scegliere cosa fare del proprio tempo, del proprio utero, dei propri capelli, senza dover sempre rendere conto al resto dell’umanità del perché fa quello che fa?

Mi sa che sono arrivata al punto di dover smettere di parlare con il 99,9% dell’umanità.

La confraternita dei bacchettoni

14.09.2016

E siamo di nuovo qui, a dover difendere il nostro diritto a essere considerate degli esseri umani, con desideri, pulsioni e preferenze.

Oggi è la volta di Tiziana Cantone: non riassumo, lo ha fatto bene il Post, presentando i fatti senza infarcire l’articolo di pietismi e moralismi.

La storia di per sé è già ben triste, perché pensare che la vita sia diventata così difficile da poterci rinunciare è triste tout court: per gli amici e i parenti la morte, in qualsiasi circostanza avvenga, provoca un dolore viscerale e ferale e forse non è questo il momento in cui si analizza cosa succede intorno. Noi che consumiamo la notizia e la proiettiamo nel nostro universo ci soffermiamo su cose diverse.

Personalmente quello che mi colpisce di più è  il moralismo e il consenso quasi unanime nel dire cose negative nei confronti della ragazza: dal blando “una povera ingenua” al violentissimo  “Adesso non ti resta che da un foulard penzolare“.

Mi sono portata a casa 10 lezioni.

1. Se ti fai le foto nuda sei una troia

Ora, non so voi, ma io sono una narcisista di prima categoria. Sto perdendo un tot di chili e mi trovo così bona che tutte le volte che becco la luce giusta uscendo dalla doccia, click, mi faccio una foto per immortalare tanta bontà.

2. Se ti piace scopare sei una troia

Il sesso è una cosa meravigliosa. Se non avete mai perso la testa a letto avete sbagliato partner, cercatene un altro al più presto.

3. Se ti piacciono i pompini sei una depravata

Quando ero bambina, andavo alle elementari, ho trovato una pagina di un giornaletto porno per strada con la foto di un pompino. Sono corsa a casa molto turbata e ho raccontato tutto alla mia mamma, che senza battere ciglio mi ha detto che era una cosa che gli adulti consenzienti facevano, naturale e divertente.

4. Se ti piace scopare con qualcuno che non è legalmente il tuo compagno sei una mega troia

L’aggravante nel caso di Tiziana è che i pompini li faceva all’amante, non al fidanzato cornuto. Come è noto gli esseri umani sono per lo più monogami e quindi provano pulsioni sessuali per una persona e una sola nel corso della vita.

5. Se ti fai le foto nuda accetta che potranno essere condivise senza il tuo consenso

ANDATEVENE AFFANCULO, MORITE VERGINI SE POSSIBILE.

6. Se decidi di fare la prostituta o la pornostar sei una malata di mente.

Ho sempre, nella mia assoluta ignoranza, pensato che pornostar e prostitute fossero tutte vittima della tratta umana. Poi ho scoperto Violet Blue e ho capito che per moltissime persone coinvolte è una scelta consapevole. C’è anche un seedy underbelly? Sicuro. Ma c’è anche altro.

7. Se _____ (qualsiasi cosa tu decida di fare) te la sei cercata.

Un evergreen, vale per tutto:

8. Se stai con uno stronzo poi non ti lamentare se lui è stronzo

Un’ingenua. Una sprovveduta. Una sfigata. Certo, perché noi tutte siamo sempre state solo con uomini perfetti, rispettosi, di cui sapevamo tutto, di cui ci potevamo fidare ciecamente, che ci hanno ascoltate, consolate, spronate. Idealmente sì, lo auguro a tutte. Realisticamente tutte abbiamo uno stronzo sotto il materasso (spesso continuavamo a vederlo proprio perché il sesso era fantastico!), non per questo ci meritiamo di essere messe al pubblico ludibrio.

9. (Per gli uomini) When in doubt, mansplain it.

Amico maschio, dai, spiegamelo ancora una volta cosa dovrei fare del mio corpo, del mio utero, dei miei desideri. Perché da sola non ci arrivo, sono una povera donna, ingenua, facilmente impressionabile e in preda alle emozioni che mi fanno fare tante scelte sbagliate.

10. (Per le donne) Ricordati, è sempre e comunque colpa tua.

Variante del punto 7. Comunque vada è colpa nostra: se guadagniamo di meno, se non facciamo le programmatrici, se ci facciamo stuprare, se non siamo presidenti della Repubblica, se ci viene la polmonite e continuiamo a lavorare. È come se la nostra vita fosse accompagnata continuamente dal coro da stadio “Devi morire”. Peccato che questa volta sia successo davvero.

Uteri ne abbiamo?

31.08.2016

Apprendo da Twitter che il Ministero della Salute ha indetto per il 22 settembre il Fertility Day.

Il sito al momento non è raggiungibile, evidentemente non hanno usato sufficienti precauzioni, ma ho avuto il dispiacere di consultarlo per un paio di minuti e ne sono uscita disgustata e amareggiata. Anzi, facciamo pure incazzata come una belva.

L’idea alla base è anche buona: promuovere una serie di pratiche e iniziative a favore della salute. La fertilità fa parte della salute di un essere umano e può essere sicuramente compromessa da una serie di comportamenti, quindi sì, ci sta che vengano informati i giuovani su questi rischi.

Ma perché non li informiamo con l’educazione sessuale nelle scuole. Sì, sì, si fa l’educazione affettiva o come cazzo si chiama ora, ma qualcuno a ‘sti ragazzini glielo insegna come si mette un preservativo? Qualcuno parla di malattie sessuali?

Quando racconto ai miei amici non italiani che abbiamo i ginecologi obiettori di coscienza questi mi guardano così:

Se poi racconto che per farsi chiudere le tube, farsi sterilizzare insomma, si è sottoposte ad una lunga procedura che prevede colloqui con un tot di professionisti, incluso uno psichiatra, che decideranno se approvare o meno la richiesta, la reazione diventa così:

Ah, tra parentesi, il ginecologo che opera è perseguibile penalmente. La mia ginecologa ha detto che lei è disponibile e che a 42 anni non dovrei avere troppi problemi a far accettare la mia domanda, ma che sì, insomma, devo andare a giustificare di fronte a un gruppo di sconosciuti cosa voglio fare del mio utero. E della mia vagina, che come si sa è un organo di riproduzione, mica di piacere.

Ma torniamo alla campagna sulla fertilità: il testo completo dell’iniziativa si legge in un comodo pdf intitolato “Piano nazionale per la fertilità“. Non natalità, non politiche per la famiglia, proprio fertilità.

Io penso che neanche il copy della propaganda fascista sarebbe riuscito a fare di meglio.

La Fertilità è sempre maiuscola, si parla di Prestigio della Maternità, sempre maiuscole. Sono 137 pagine, io di leggerle tutte non ho voglia, anche perché nel momento stesso in cui ti impicci del mio utero e della mia voglia o non voglia di avere figli mi stai già sul culo e ti odio e ti voglio vedere morto tra atroci sofferenze che neanche in Game of Thrones. Però le ha lette tutte la mia amica Barbara Damiano, che ha scritto un post molto lucido. tl;dr: idea buona, pessima esecuzione.

Il punto è che l’Italia è un paese di vecchi. Il tasso di natalità è tra i più bassi d’Europa e questo è un problema serio per il futuro della nazione. Ma come mai gli italiani non fanno più figli? Non so perché gli italiani in generale non li facciano, ma questa è la mia storia, per dire che non potrei e non vorrei questa roba di gravidanza-parto-maternità un’altra volta nella mia vita.

  • Ci ho messo più di un anno a restare incinta. Una tortura. A metà dei tentativi ho dovuto interrompere per mesi per sospetto HPV.
  • Alla quindicesima settimana di gravidanza si scopre che Matteo soffre di piede torto bilaterale. I dottori ci dicono che è una malformazione che si accompagna a volte a una serie di sindromi neurologiche e trisomie sarcazzo. A volte. E lo sapremo solo 4 settimane dopo l’amniocentesi. A quel punto, se verrà fuori che il feto soffre di trisomia 18 ad esempio (praticamente il feto muore alla nascita in non solo quale percentuale di casi, ma alta, molto alta) mi toccherà comunque portare avanti la gravidanza, partorire, seppellire il feto perché in Italia non è previsto l’aborto oltre la dodicesima/quindicesima settimana.
  • Matteo nasce con un cesareo d’urgenza, dopo 2 ore di travaglio durante le quali si rischia che mi scoppi l’utero. Letteralmente, non come quando guardiamo le foto di Ryan Gosling e diciamo che ci scoppiano le ovaie. Segue degenza di 10 giorni in ospedale durante la quale le ostetriche di turno passano e mi strizzano le tette per convincermi che tutte le mamme hanno il latte.
  • Matteo sembra sano, sì con i piedi storti da far spavento e senza fasce muscolari dei polpacci, ma sano. Cosa fai, lo mandi al nido a 3 mesi che ancora non sai se ha ritardi mentali & co? Allora prendi una tata: 12 mesi, 10.000 euro. In nero, ovviamente.
  • Poi lo mandiamo al nido: una impiegata e un aiuto cuoco con un reddito complessivo di circa 30.000 lordi all’anno se ricordo bene, entrano nella fascia più alta, circa 450 euro al mese per i successivi due anni. Tra quello e la tata per quando Matteo sta male (ché, nel frattempo io sono tornata al lavoro) fanno altri 10.000 euro circa. Al nido ci entriamo solo perché Matteo ha mille mila punti per via del piede torto, by the way. Se no prima di noi in graduatoria c’erano tutte le finte ragazze madri della Torino bene ufficialmente senza reddito. Guardate, è facile: basta vivere a gratis in uno degli appartamenti di famiglia, non sposarsi e tenere la residenza da qualche altra parte #protip.
  • Quando sono rientrata al lavoro, in una piccola struttura e con un contratto a progetto durato 6 anni, devo dire che le mie cape tutte donne non mi hanno ostacolata, forse aiutava il fatto che nonostante avessi figliato, ho ripreso a lavorare a pieno ritmo il giorno stesso di rientro dalla maternità. Anche perché le due ore di permesso per allattamento per le cocopro non erano previste. E tanto io, a furia di farmi strizzare le tette dalle ostetriche, il latte non l’ho mai visto neanche dipinto.

E allora va bene, Stato, occupati della mia fertilità, ma prima di istituire una giornata nazionale con i soldi delle mie tasse, eccoti un paio di idee su come renderci tutti esseri in grado di gestire la propria sessualità, e non solo la procreazione, in modo cosciente e responsabile, come recita la più fascista delle tue cartoline:

Cartolina-4

  1. Educazione sessuale, affettiva e sulla parità di genere in ogni scuola di ordine e grado. Su, dai, facciamo vedere ai liceali come si mettono questi benedetti preservativi. Spieghiamo che se scoprono di avere una malattia venerea lo devono comunicare ai propri partner passati. Non demonizziamoli se contraggono una malattia sessualmente trasmettibile.
  2.  Potenziamento della rete di consultori. Non so come siate messi nella vostra città, ma l’ASL01 di Torino, quella di Centro, Crocetta, per intenderci i quartieri bene, ha i muri scrostati, i dottori scazzati, i turni d’attesa infiniti.
  3. Aumentare il budget per i nidi comunali. Non ho voglia né tempo di cercare le statistiche, ma una ricerca ad minchiam effettuata su campione non statisticamente rilevante come “i miei amici”, mi dice che non c’è un posto per ogni nuovo nato.
  4. Estendere tutto il periodo di congedo parentale ai padri. Non 14 giorni. Forse è già così, ma ditemi quanti amici avete che si sono fatti mesi di assenza per accudire i neonati. Io dopo un mese ero pronta per andare a lavorare e mi sarebbe piaciuto farlo, lasciando Tamir ad occuparsi del pupone. E i nonni? Perché non i nonni. Chi cazzo l’ha detto che tutte le madri vogliano sucarsi mesi a casa con un neonato?
  5. Eliminare la possibilità di obiezione di coscienza per i ginecologi che si rifiutano di praticare l’aborto. Non c’entra un cazzo forse con la fertilità, ma c’entra moltissimo con i nostri uteri, visto che di questo stiamo parlando.
  6. Eliminare la legge 40/2004. Oggi.
  7. Servirsi di fornitori migliori: le grafiche sono fatte con foto di Fotolia da 1 euro, l’abbinamento font orrendo, il sito down dopo 1 ora. No, io con le PA non lavoro, quindi non vi posso aiutare e poi vi ho già dato un sacco di consigli gratis in questo post.

Poi mi ricordo che in Italia nel 2016 siamo davvero messi così e capisco che noi laici non ce la faremo mai.

Così ho pensato che sarebbe bello fare una contro manifestazione il 22 settembre. Una manifestazione che veda tutti fare sesso sfrenato, una maratona di sesso non a scopo riproduttivo. Perché prima si diceva “Non lo fo per piacer mio, ma lo fo per piacer di Dio”. Ora mi tocca scopare anche per il bene della Nazione? Non ce la posso fare.

Siccome alla fine non riesco a superare i 17 anni, quando si ridacchiava sommessamente alla sola menzione di cose di sesso, ho anche creato una grafichetta assolutamente volgare e fuori luogo per promuovere questa giornata, che non è una giornata ma è un “fate un po’ cosa cazzo vi pare del vostro utero, che sia fertile o meno”.

FertilityDay

OMG, vedo ora un altro documento, “Abstract e Key Messages“, che tra le varie porcate recita: “Il rinvio porta al figlio unico, se arriva.” Pure iettatori quindi? Ma andatevene affanculo proprio.