Questa mattina stavo camminando di fretta in una via del centro di Torino quando mi arriva di fronte una signora con un foglio in mano e l’aria un po’ spersa. Tutti la scansavano e quando è stato il mio turno anche io per una frazione di secondo mi sono detta “Eccola qui, un’altra che chiede l’elemosina”.
La signora aveva bisogno di informazioni per andare in un centro medico e quando gliele ho date mi ha ringraziata profusamente: penso fosse lì da un po’, le tre persone prima di me l’hanno ignorata, ho visto io. In quel momento mi sono vergognata e sono andata via velocemente, umiliata dalla mia stessa stupidità *
Vergognata di chi non si è fermato.
Vergognata del mio tentennamento.
Vergognata perché se anche il foglio avesse avuto la scritta “sono una povera madre di famiglia agliutatemi” che merda di persona sono diventata per farmi infastidire dal malessere altrui.
Quando siamo diventati così superficiali e impietosi, in tutto?
Leggendo giornali e social mi sembra che ormai la media sia 3 dosi di cattiveria, scetticismo e cinismo contro 1 di empatia.
Se Renzi va a vedere due italiane alla finale degli US Open (Capito? 2 italiane alle finale degli US Open, cazzo, gli US Open, non il torneo della pro loco di Caltagirone) doveva andare dai terremotati. Se va dei terremotati non si sta occupando della Buona Scuola. Se si occupa della Scuola perché non è andato a supportare le nostre ragazze? Bei tempi quelli di Pertini dell’82. Anzi, ripensandoci perché non ci è andato Mattarella? E riprende il ciclo delle notizie a cazzo. Buttiamoci dentro anche un bel “e i marò”, ed è fatta.
Se i rifugiati sbarcano in Italia con i cellulari è perché i soldi ce li hanno (certo, ce li avevano, per pagare gli scafisti!). E portano le malattie, e aiutiamoli a casa loro. Agevolo foto di casa loro.
E anche un tweet di Marianne Elliott, che si occupa da anni di peace keeping ed è una grande.
I don’t understand how possessing a cellphone makes someone a less convincing refugee. They’re fleeing war, not visiting from 18th century.
— Marianne Elliott (@zenpeacekeeper) 7 Settembre 2015
Quindi che si fa? Non lo so, io per il momento mi vergogno, mando soldi a UNHCR e chiamo onlus per offrirmi come insegnante di alfabetizzazione informatica. Lo posso fare in 4 lingue, mi sembra giusto farlo. Ah, e poi aspetto di vedere i profughi siriani, che intanto verranno accolti in Germania, impareranno 3 lingue, si laureeranno in Ingegneria e poi verranno qui a fare il culo ai nostri figli di merda che vanno ai raduni di Casa Pound, fanno il saluto romano e poi tornano a casa e noi gli stiriamo le camicie. Sono una donna paziente, sul fiume ad aspettare ci sto anche 20 anni se proprio devo.
*ETA la signora alla fine era italianissima, ma la scansavamo perché aveva l’aria un po’ svampita e il foglio in mano. Non so se questo aggiunge o toglie alla storia, ma sì, proprio minimi storici di pazienza, empatia, gentilezza, senso civico.
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Chapeau!
Mi piaci così, diretta e senza peli sulla lingua! Gran bel post.
Io mi faccio sempre “fregare” se incrociano il mio sguardo li saluto, è più forte di me, se mi chiedono come va io rispondo … e in un attimo mi ritrovo a parlare della loro vita e della mia. Poi succede che non mi chiedono più i soldi … sarà che hanno più bisogno di fare due chiacchiere?? Di essere visti …
Come non condividere!
Bella lì.
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Davvero, non se ne può più di questa cattiveria imperante e del clima ostile che si respira ovunque, online e offline.
Eh.
<3
E’ vero!!! Non abbiamo piu compassione di nessuno…..perché non amiamo neanche noi stessi!!! Mi ha fatto veramente riflettere questa storia….e’ ora di migliorare noi stessi…e un po’ di umanità non guasta maiâ¤
Questo post adesso me lo stampoï¼
Grandissima <3